Come conciliare il bisogno di igiene in casa con i bambini con il loro bisogno di scoprire il mondo, gattonare, giocare a terra, portare tutto alla bocca? Riflettiamo insieme su alcune possibilità nella gestione quotidiana.
Come rendere i bimbi autonomi nel loro potersi proteggere? Non possiamo tenerli in una bolla. Questo perché di fatto non sarebbe possibile, quindi diverrebbe molto frustrante per noi. Inoltre, la bolla non è neanche funzionale. Se vogliamo proteggerli dobbiamo fare in modo che il loro sistema immunitario incontri il mondo. Gradualmente, ma lo faccia.
Bambini che toccano tutto
Igiene in casa con i bambini. Argomento sorto in uno dei miei incontri del gruppo mamma bimbo poco tempo fa. Bimbi dai 0-12 mesi, dunque bimbi che scoprono il loro corpo, il contatto con la terra, imparano a gattonare, cascare, rialzarsi, camminare, scoprono gli oggetti attraverso la bocca; come far conciliare tutto questo con la legittima preoccupazione di mantenere un ambiente che li renda protetti, concedendo loro di scoprirlo liberamente? Perché, capiamoci, il desiderio dei bambini di toccare tutto è lecito ed è una delle cose che più dovremmo preservare.
Innanzitutto, cosa c’è al di là delle braccia di mamma e papà, al di là della culla? Uno dei primi luoghi in cui il bambino si muove “slegato” dal nostro abbraccio è proprio il tappetone. Già, in terra. I bambini hanno bisogno di scoprire il mondo attraverso il loro corpo. Non solo, se vogliamo bambini protetti, dobbiamo metterli in grado di proteggersi e non c’è arma migliore del loro stesso sistema immunitario, che si forma paradossalmente e meravigliosamente interagendo con l’ambiente esterno! Avete capito bene, i bambini che si sporcano sono bambini che hanno più occasioni di stimolare, formare ed informare il loro sistema immunitario, dunque, procediamo passo passo.
Sono sorte mille buone idee dall’incontro con le mamme del gruppo mamma-bimbo, ne riporto qui qualcuna.
Il tappetone gioco
Innanzitutto, procurarsi un tappeto. L’ho definito “tappetone gioco” e così io intendo indicarvi la funzione che avrà, non l’oggetto da acquistare che in realtà potrà invece essere un tappeto normalissimo. Quello che vi consiglio è anzi di pensare ad un tappeto che magari non nasca come tappetone gioco. Come mai? Di modo che possiate sceglierlo con certe caratteristiche che spesso i tappetoni gioco non hanno:
- che sia lavabile in lavatrice, magari in tessuto organico come il cotone. Se avete già comprato un tappetone gioco che non è lavabile, nessun problema, stendete su di esso un fantastico lenzuolo grazie al quale lo renderete più facilmente lavabile e maggiormente traspirante per la pelle delicata del vostro bambino. Questa è una delle caratteristiche fondamentali che consentiranno l’igiene in casa con i bambini.
- Che possiate tenerlo anche quando non servirà per il gioco.
Di tappetoni soffici e super colorati
- Un’altra differenza è che spesso i classici tappetoni gioco sono sofficiosi, morbidosi, coccolosi proprio perché pensati apposta per i bimbi e le loro capocciate. Questa differenza c’entra poco con l’igiene, ma moltissimo con lo scoprire il mondo. Il bambino cresce e lo fa man mano che scopre il mondo, adeguandosi ad esso, adeguandosi al mondo vero. Nel mondo vero, la terra non è soffice e se cadi ti fai male; il bambino lo scopre ed impara a cadere. Impara all’ennesima caduta ripetuta, ma impara e più tardi incontrerà la terra dura, più tardi sentirà l’esigenza di pararsi e imparerà a farlo. Possiamo fare in modo che la scoperta sia graduale, ma vi assicuro che i neonatini se la cavano benissimo su un tappeto normale, che non sia troppo soffice o che non lo sia affatto, lasciatevi stupire dai vostri figli. In breve, più cascano, più fanno esperienza del fatto che la caduta fa male e prima sviluppano l’intenzione di pararsi e lo fanno! Questo lo scrivo per sottolineare il fatto che quando parliamo di sviluppo psico-motorio è perché la psiche, il desiderio, davvero viene prima del movimento. Il movimento non può prescindere dall’intenzione del bambino e l’intenzione di pararsi prima di una caduta arriva se quella caduta l’hai sentita. Non c’è desiderio senza esperienza, dunque, ancora una volta, via la bolla di protezione dal bambino.
- I tappetoni gioco fatti apposta per i bimbi spesso propongono colori molto accesi e attraenti per loro che però sia soli che insieme ad altri giochi creano di fatto un abbagliamento sensoriale che disorienta noi adulti, figuratevi i bambini. Invece, cari miei, dall’alto della mia esperienza da ex bambina e da attuale osservatrice di bambini, vi dico che per giocare occorre la massima concentrazione. Preferite colori neutri per il vostro tappeto o per il lenzuolo che vi stenderete sopra.
Pulire i giochi
Avendo parlato dello spazio gioco, parliamo dei giochi. Ottima cosa avere un tappeto facilmente lavabile con una ragionevole frequenza (una o due volte a settimana, in base a quanto si sporca), ma non dobbiamo creare un campo sterile. Dunque, ad esempio, i giochi che il bambino utilizza sono i suoi giochini, solo nel suo cesto dei tesori, li tocca lui (che soprattutto all’inizio della sua vita vive in spazi puliti e conosciuti dal suo sistema immunitario), li toccano mamma, papà e fratellini che appena tornati a casa, come prima cosa si laveranno le mani e si metteranno vestiti comodi e puliti per stare in casa (ci riflettiamo insieme di seguito). Se adottiamo poche e semplici regole, non dovremo pulire i giochi del bambino in continuazione e potremo così accettare che i batteri possano coesistere con noi se troviamo il giusto compromesso tra il bisogno di protezione ed il bisogno di sperimentare il mondo.
Badate bene che non potrete privare i bambini di stare a terra, di cascare o di mettere tante cose in bocca senza privarli di esperienze per loro fondamentali (uso questo termine perché davvero, queste esperienze nella loro presenza o nella loro assenza mettono le fondamenta). Ovviamente non vi sto qui proponendo di far fare loro ciò che vogliono in modo acritico e incauto, non potranno davvero mettere in bocca proprio tutto o rotolare su qualsiasi tipo di superficie, ma scegliete con cura i pochi “No” da dire e verrete gratificati da sorrisi temerari e divertiti, oltre che da un quantitativo imbarazzante di panni da lavare.
Norme di igiene fuori casa
A proposito di giusto compromesso, l’obiettivo è quello di non far gironzolare in casa agenti estranei e potenzialmente dannosi per noi. Come?
- Indossando una mascherina all’occorrenza
- Badando a non stare sulla stessa traiettoria di un’altra persona o se lo siamo, badare di stare ad un’adeguata distanza
- Evitando di toccare le nostre mucose (occhi, naso, bocca, genitali) con le mani quando non sono pulite
- Evitando l’utilizzo inappropiato dei guanti che danno un falso senso di protezione e aumentano il rischio di contagio (è consigliato utilizzare i guanti solo nell’adempiere ad azioni potenzialmente contagiose, ad esempio alcune manovre infermieristiche, ma stiamo parlando di azioni non comuni per tutte le professioni)
- Lavarsi le mani spesso
- Preferire gli spazi aperti
- Se stiamo al chiuso preferire luoghi con finestre e la possibilità di far entrare aria negli ambienti
- Evitare di stare a lungo in luoghi senza finestre
Il rientro a casa
Per quando si entra in casa, un esempio di buone pratiche risiede nella mia memoria dal mio viaggio in Giappone, ancor più che dal mio essere ostetrica (si perchè l’esperienza in Giappone da turista è stata molto piacevole, quindi la ricordo con più divertimento). Sono rimasta colpita dalla ritualità che nelle case tradizionali giapponesi c’è attorno alla cura del corpo e alla cura del proprio nido. Le antiche case giapponesi sono proprio pensate affinché vi sia un’anticamera all’ingresso in cui potersi spogliare da tutto ciò che proviene dall’esterno e mettersi uno yukata che è una sorta di vestaglia (ma con il potere di farvi sentire magicamente eleganti, comode e bellissime). Questa è una consuetudine che ho piacevolmente adottato:
- via le scarpe,
- all’ingresso una soluzione alcolica in spray per chiavi, cellulare e portafoglio,
- lavare viso e mani,
- via i vestiti usati fuori,
- mettersi comodi,
- stare in casa.
Questa cosa qui, oltre a proteggerci è anche un piacevole rituale che sancisce il fatto che siamo in casa: una realizzazione affatto banale da compiere per qualsiasi adulto di questo secolo. Torniamo dalle faccende di fuori, ci spogliamo del mondo esterno, siamo in casa. A quel punto, non andremo sul tappeto nel quale i nostri bambini giocano con i jeans sporchi, ad esempio, ma con un’elegante vestaglia-yukata.
Queste sono piccole grandi accortezze.
Un’altra piccola grande accortezza è non entrare con il passeggino dentro casa, in particolare con le ruote del passeggino dentro casa. Cercate di trovare una soluzione consona a dove vivete, ma prestate attenzione a quest’azione. Potreste lasciare il passeggino fuori casa, o in macchina oppure se deve necessariamente stare in casa, pulire le ruote. Tanti utilizzano il passeggino come cesta anche in casa, in quel caso vi consiglio di preferire una cesta in vimini, più economica e molto più pratica da trasportare da una stanza all’altra all’occorrenza.
In giro col bambino: alternativa smart alla
carrozzina.
Un’alternativa alla carrozzina o al passeggino è il portare il bambino addosso con le fasce per portare oppure con il marsupio, su questo tema che è vastissimo, certamente ci torneremo. Vorrei comunque puntualizzare restando sul tema igiene con i bambini che va sfatato un mito, più o meno: tantissimi genitori sono perplessi dall’oggettiva lunghezza delle fasce per portare i bambini. Se la lunghezza della fascia vi disincentiva al suo utilizzo, aspettate che il bimbo sia pronto e preferite un marsupio (no, non esistono marsupi realmente ergonomici dalla nascita, anche se sulla scatola c’è scritto così, spiegherò il perchè in un altro articolo).
Chiusa questa parentesi sui supporti, perchè c’è un mondo, vi volevo però dire che sì, è vero, le fasce sono lunghe, le fasce nel fare le legature vanno a contatto con la terra, ma solo le loro punte. Quindi, l’ampia parte centrale che avvolge il bambino non va mai a contatto con la terra, sarà poi nostra cura non toccare, non maneggiare le punte e poi toccare il bimbo o il nostro viso senza aver prima lavato le mani. Se ci fa troppa antipatia l’idea che le punte tocchino terra, ci sono due soluzioni: una è banalmente comprare il marsupio e la seconda è imparare una legatura così detta pre-annodata, cioè che si annoda a casa, nel pulito e resta legata anche se si mette e toglie il bimbo dalla fascia ad esempio per metterlo nell’ovetto in macchina, in questo modo non dovete mai farla per strada.
Vi segnalo infine che la frequenza con cui vengono lavati marsupi o fasce è sempre maggiore alla frequenza con cui si lava la carrozzina, nonostante l’esposizione alle polveri sottili dello smog o ad altri agenti esterni siano uguali.
Proteggiamoli con cautela
Una casa a misura di bambino, secondo me dovrebbe essere accessibile e rispettosa dei bisogni di ogni suo membro. Gli spazi che viviamo dovrebbero essere luoghi di cura e accoglienza, ogni giorno. La casa non dovrebbe essere solo un’incombenza, nè un insieme di superfici sterili da sanificare; questo vale per i bimbi, per le mamme e per i papà. Si diceva un tempo che i bimbi sporchi sono bimbi felici, chissà se è vero, oggi la scienza ci aiuta nel comprendere però che i bambini liberi di lasciarsi contaminare da luoghi e persone che vivono con loro sono bimbi che sviluppano una soddisfacente e stupefacente capacità di proteggersi. Quindi proteggiamoli, ma con cautela.
Riferimenti per te: https://www.uppa.it/medicina/non-tutti-i-germi-vengono-per-nuocere/ Può interessarti anche: Cosa mangiare in allattamento Assistenza al primo anno Gruppo Mamma-bimbo